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Speciale Cabrio

Speciale Cabrio: MAZDA MX-5 ND & FIAT 124 SPIDER

speciale cabrio

Speciale Cabrio

Ci sono auto che hanno fatto la storia dei loro marchi e che, grazie al loro fascino, continuano ad essere ricordate e blasonate dagli appassionati.

Spesso, queste auto nel corso del tempo vengono riproposte dalle case automobilistiche in chiave moderna.

Nel 2016, una di queste auto è tornata grazie ad una collaborazione inaspettata tra due marchi che fino ad allora non avevano mai condiviso nulla.

Oggi vi raccontiamo la rinascita di un’icona italiana di stile, la Fiat 124 Spider, e l’ultima evoluzione della spider giapponese più amata di sempre, la Mazda MX-5.

LE ORIGINI DELLE DUE VETTURE

C’era una volta la Fiat 124 Spider, che dal 1966 al 1985 era sinonimo di piacere di guida allo stato puro col vento tra i capelli, che grazie alle sue linee sinuose disegnate da Pininfarina è ancora oggi una icona di stile tutto italiano.

Poi arrivò il 1989, in Giappone Mazda presentò una nuova auto: la Mazda MX-5 NA (o Miata), una piccola spider dalle forme arrotondate che puntava tutto sulla semplicità e sul piacere di guida col vento tra i capelli.

Grazie a questi valori la piccola spiderina giapponese ha conquistato il cuore degli appassionati ed è diventata un’icona degli anni ’90.

L’MX-5 grazie al suo successo nel corso del tempo arrivò a ben tre generazioni: 

  • NA (dal 1989 al 1997)
  • NB (dal 1998 al 2005)
  • NC (dal 2005 al 2015)

Mentre la 124 Spider, a causa di alcune problematiche dopo il 1985 non entrò più in produzione.

LA JOINT VENTURE CON MAZDA E IL RITORNO DELLA 124 SPIDER

Nel 2015 Mazda presentò la nuova generazione di MX-5 (La ND, che viene venduta ancora oggi), e per il gruppo FCA la strategia era quella riportare in produzione alcune delle vetture che fecero la storia del gruppo (come l’Alfa Romeo Giulia nel 2015).

Per Fiat decisero di riportare in vita la 124 spider, e per farlo decisero di stringere un accordo di collaborazione con Mazda, che permetteva di sfruttare la piattaforma e la base meccanica della neonata MX-5 ND, permettendo a Fiat di portare in gamma una vettura decappottabile ma tenendo bassi i costi di produzione.

LE DIFFERENZE TRA LE DUE VETTURE

Come già detto la base della 124 Spider è stata la piattaforma della Mazda MX-5 Miata, ma Fiat ha apportato alcune modifiche alla piattaforma, come la lunghezza e la larghezza, rispettivamente di 4,05 m e 1,74 m (rispetto ai 3,91 m di lunghezza e 1,73 m di larghezza dell’MX-5).

Per quanto riguarda le motorizzazioni Fiat offre due opzioni: un 1.4 MultiAir Turbobenzina da 140 cv e un 1.4 turbo da 170 cv per la versione Abarth, mentre la Mazda MX-5 offre un 1.5 SkyActiv G da 131 cv e un 2.0 Skyactiv G 2.0 aspirato da 160 o 184 cv.

Gli interni delle due vetture condividono la plancia, il volante, la strumentazione e l’infotainment. Cambiano i sedili e i rivestimenti.

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AUTO DEL MESE IONIQ 6

AUTO DEL MESE IONIQ 6

AUTO DEL MESE IONIQ 6: Verso il futuro

La casa automobilistica coreana si impegna da anni nel costruire un domani più sostenibile possibile. Nel 2023 ha deciso di farlo con IONIQ 6 un’innovativa berlina elettrica dal design sportivo e accattivante.

Una scelta vincente vista la tripla vittoria al World Car Awards 2023!

Hyundai IONIQ 6 è stata, infatti, premiata da una giuria di 100 giornalisti del settore automotive per la sua combinazione di forte appeal, design aerodinamico e interni avvolgenti smart-living, aggiudicandosi i seguenti premi: “World Car of the Year”, “World Electric Vehicle” e “World Car Design of the Year”.

Quello che Hyundai cerca di fare con quest’auto, è focalizzarsi su pochi elementi che però siano in grado di rendere l’auto unica.
Le performance: grazie alla potenza e all’efficienza del motore è in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in soli 5,1 secondi (nella versione a trazione integrale con batteria Long Range da 77,4 kWh).

La praticità: dovuta alla ricarica ultra-fast (351 km di autonomia in soli 15 minuti) e alla possibilità di sfruttare il 95% dei punti di ricarica presenti sul territorio italiano.

L’affidabilità: per via della grande autonomia (fino a 614 km) e alla sicurezza.

La tecnologia: con l’Highway Driving Assist II, IONIQ 6 offre una tecnologia di guida autonoma di livello 2, che controlla la velocità, la distanza dalle altre auto e ti assiste nei cambi di corsia.

Un design unico ideato per ridurre i consumi

Elegante e decisamente unica, la Hyundai IONIQ 6 si fa riconoscere soprattutto per i suoi interni migliorati ed avvolgenti e per il suo design affusolato in grado di offrire alla vettura un coefficiente aerodinamico di appena 0,21Cx.

La sua aerodinamicità elevata la aiuta non solo a migliorare le prestazioni, ma anche a diminuire i consumi aumentando la sua autonomia, senza dover ricorrere ad una taglia maggiore della batteria.

Una batteria maggiorata infatti avrebbe fatto lievitare i costi al cliente, aumentare il peso complessivo dell’auto e dilatare i tempi di ricarica.

Spazio. Stile. Raffinatezza. Rispetto per l’ambiente.

Hyundai con quest’auto non si limita a sostenere la transizione ecologica solo nella motorizzazione.

Gli interni sono stati realizzati in pelle lavorata con trattamento ecologico, tessuto PET riciclato e tappetini in ECONYL® (nylon rigenerato), oltre che da materiali estratti direttamente dalla canna da zucchero.

Da un punto di vista più pratico, una volta saliti a bordo di IONIQ 6, si viene subito accolti dal design avvolgente dell’abitacolo in grado di offrire un’esperienza di guida unica e personalizzabile.
È infatti possibile regolare lo sterzo, la potenza, la sensibilità del pedale dell’acceleratore e la modalità di guida nei modelli dotati di guida autonoma.

Parlando invece di spazio, sfruttando la nuova piattaforma per veicoli elettrici, i tecnici Hyundai sono riusciti ad ampliare l’abitacolo aumentando il comfort sia per il conducente che per i passeggeri.

Anche l’occhio vuole la sua parte.
L’illuminazione ambientale della IONIQ 6 è in grado di soddisfare anche i gusti più difficili grazie all’atmosfera che le luci a doppio colore riescono a creare in una perfetta combinazione con i materiali trasparenti con cui è stato costruito l’abitacolo.

Come ogni Hyundai, anche IONIQ 6 ti offre una garanzia di 5 anni a chilometraggio illimitato sulla vettura e di 8 anni o 160.000 km per la batteria.

Insomma, con Hyundai IONIQ 6 potrai goderti un’auto straordinaria con tutta la tranquillità extra che ti offre una delle migliori garanzie del settore. Di serie.

AUTO DEL MESE IONIQ 5


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Supercar che condividono parti con macchine comuni

Supercar che condividono parti con macchine comuni

Che cosa hanno in comune una Nissan e una Lamborghini? e una McLaren con un Autobus?                                

I produttori di auto che tutti noi sogniamo (auto di lusso e supercar), occasionalmente condividono pezzi e parti di altre auto (spesso anche più economiche) che si vedono spesso sulle strade di tutto il mondo.

Ma quali sono queste auto? Oggi vi portiamo alla scoperta di alcuni esempi di queste condivisioni che non vi aspettereste mai!

Supercar che condividono parti con macchine comuni

Pagani Zonda

Pagani Zonda

La Pagani Zonda è una hypercar italiana che è stata prodotta in 140 esemplari dal 1999 al 2010.

Grazie alle soluzioni tecniche che la caratterizzano (come la carrozzeria e la scocca interamente in carbonio) è considerata una vera e propria opera d’arte e di ingegneria su ruote (ma anche una delle auto col sound del motore migliore in assoluto.

Ma questo capolavoro condivide un paio di elementi con altre vetture più comuni:

  • Il Motore: il leggendario V12 Mercedes (M120) che può essere trovato in modelli come la Mercedes S600 e tutta la gamma 65 AMG di quegli anni.
  • I Controlli del Clima: che possono essere trovati nella Rover 45, una modesta utilitaria inglese

McLaren F1

McLaren F1

Alcuni la considerano l’auto migliore di tutti i tempi, ed oltre ad avere tre posti ed essere stata l’auto più veloce del mondo è stata pure posseduta da Rowan Atkinson (l’attore che interpretava Mr. Bean).

La McLaren F1 oggi è tra le auto più costose di sempre con prezzi che vanno dai 15/20 milioni di euro, ma nonostante questo troviamo due elementi condivisi con altre auto (e non solo).

  • Il Motore: il V12 di derivazione BMW (S70) che veniva equipaggiato sulle BMW Serie 7 e Serie 8 degli anni ‘90
  • I Fari Posteriori: che sono condivisi con il VDL Bova Futura, un autobus che venne prodotto dal 1982 al 2010.

Lamborghini Gallardo

Lamborghini Gallard

È la prima Entry Level della storia di Lamborghini, ed è una delle auto più iconiche di sempre.

La Lamborghini Gallardo continua ad essere oggetto del desiderio di molti, e come altre supercar anche questa ha in condivisione il suo motore, che in questo caso può essere trovato su alcune Audi che oggi possono essere trovate a prezzi decisamente più bassi in paragone.

Come La prima serie di Audi R8, l’S6 ed RS6 (nella generazione C6) ed Audi S8.

Dodge Viper

Dodge Viper

Prodotta negli anni ‘90 la prima serie della Dodge Viper è una vera icona degli anni’90, e il suo enorme V10, abbinato alla mancanza di qualsiasi comfort e sicurezza la rendevano una vera e propria trappola mortale che solo i veri esperti sapevano domare.

Anche lei però condivide qualcosa con un’altra auto, e nel suo caso parliamo degli specchietti, che possono essere trovati sulla Mitsubishi 3000GT, una più piccola e modesta sportiva giapponese.

Mitsubishi 3000GT

Ferrari California

Ferrari California

La Ferrari California è un vero e proprio simbolo di lusso e di eccellenza made in Italy, ma molti forse non sanno che Ferrari fa parte del gruppo FCA (oggi conosciuto come Stellantis), che gli permette di prendere alcuni pezzi di altri marchi da montare sulle loro vetture.

Nel caso della California era il sistema di infotainment, che era preso a sua volta dalla Chrysler Sebring, una normalissima berlina americana.

Lamborghini Diablo

Lamborghini Diablo

La Lamborghini Diablo è una vera e propria leggenda degli anni ’90, e col suo motore V12 ancora oggi fa impazzire puristi e appassionati da ogni parte del mondo.

Mentre la prima serie aveva dei fantastici fari anteriori Pop-Up, la seconda serie, prodotta dal 1999 aveva nuovi fari, che erano condivisi con la Nissan 300ZX.

Nissan 300ZX

Koenigsegg CC8S

Koenigsegg CC8S

La Koenigsegg CC8S è una Hypercar Svedese poco conosciuta (venne prodotta in soli 6 esemplari), ma che nel 2002, con il suo 0-100 in 3.5 secondi, e una velocità massima di circa 386 km/h era tra le auto più veloci di sempre.

Queste performance erano possibili grazie a un Motore V8 di derivazione Ford portato all’estremo, ma che normalmente può essere trovato nelle Ford Crown Victoria (i famosi Taxi e auto della polizia americani) e sui Pickup F-150

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Lo sapevi? ep 8

Lo sapevi? ep.8

Lo sapevi? ep.8″

Lo sapevi che:

il GPS ha ridotto il numero di incidenti stradali?

Lo sapevi? ep.8

Da quando è stato reso disponibile al pubblico, il GPS è diventato uno strumento indispensabile per la navigazione di tutti noi.

Tuttavia, in pochi sanno che è stato, e continua ad essere tutt’ora, uno strumento fondamentale per la sicurezza stradale.

In questo articolo, esploreremo la storia della sua invenzione, le sue applicazioni nella prevenzione degli incidenti stradali e alcune delle possibili applicazioni future che potrebbero migliorare ulteriormente sia la navigazione, che la sicurezza su strada.

La storia e il funzionamento del GPS

La storia dell’invenzione del GPS risale alla fine degli anni ’60, quando il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti sviluppò questo sistema per scopi militari.

Inizialmente noto come NAVSTAR, venne sviluppato per garantire un sistema di navigazione preciso e sicuro per i velivoli militari e le truppe in missione.

Ma come funziona?

Il GPS sfrutta una rete di satelliti che orbitano attorno alla Terra in grado di inviare segnali radio ai rispettivi ricevitori sulla superficie terrestre.

Oggi i ricevitori GPS sono in grado di utilizzare questi segnali per determinare la loro posizione esatta sulla Terra con una precisione di pochissimi metri.

Le applicazioni nella prevenzione degli incidenti stradali

Solamente negli anni ’90 è stato reso disponibile anche per l’uso civile, grazie alla riduzione dei costi e all’aumento della sua precisione, andando a rivoluzionare fin da subito il modo in cui ci muoviamo e ci orientiamo nello spazio.

Oltre al guidare milioni di persone ogni giorno in tutto il mondo, uno dei maggiori benefici del GPS è stato il suo contributo nella prevenzione degli incidenti stradali.

Scopriamo insieme quali sono i punti principali:

Navigazione assistita: possono fornire indicazioni precise sulla direzione da seguire in tempo reale.

Basti pensare che con il suo avvento, il conducente non è più tentato di cercare le indicazioni stradali su delle mappe mentre è alla guida (come purtroppo prima spesso accadeva).

In questo modo l’attenzione del conducente può concentrarsi sulla sola strada, andando a diminuire così il rischio di errori alla guida.

Monitoraggio della velocità: alcune applicazioni GPS possono monitorare la velocità del veicolo e avvertire il conducente quando supera i limiti di velocità.

Ciò contribuisce a ridurre il rischio di incidenti legati a questo ambito specifico.

Tracciamento dei veicoli: se abbinato ai sensori dell’auto e ad un’assistenza adeguata, il GPS può essere utilizzato per tracciare la posizione dei veicoli allo scopo di intervenire prontamente in caso di incidenti.

Pianificazione del percorso più opportuno: i sistemi di navigazione GPS possono suggerire i percorsi più sicuri per raggiungere la destinazione desiderata.

Ciò può ridurre il rischio di incidenti stradali causati da strade con traffico intenso, scarsa illuminazione, difficili da navigare o qualunque altro parametro che il navigatore consente di impostare

Alcune possibili applicazioni future

Mentre il GPS ha già avuto un impatto significativo sulla prevenzione degli incidenti, ci sono alcune possibili applicazioni future (non ancora completamente disponibili per il pubblico) che potrebbero migliorare ulteriormente la sicurezza su strada:

il “Vehicle-to-vehicle communication” (V2V): un sistema che consente ai veicoli di comunicare tra loro in tempo reale.

Sfruttando la posizione, la velocità e la direzione di marcia dei veicoli, si creerebbe una rete di informazioni in grado di aiutare a risolvere i problemi legati alla mancata attenzione degli altri conducenti o al cambio improvviso di corsia.

Il “Vehicle-to-infrastructure communication” (V2I): un sistema che permette ai veicoli di comunicare, sempre in tempo reale, con infrastrutture stradali (come semafori, segnali stradali, ecc.).

In questo modo diventa possibile ottenere informazioni anche sul traffico e sulle condizioni della strada, aiutando a prevenire gli incidenti causati dalla mancanza di visibilità o da un malfunzionamento dei segnali stradali.

In conclusione, il GPS ha avuto un impatto significativo sulla prevenzione degli incidenti stradali e continuerà ad avere un ruolo importante nella sicurezza su strada in futuro.


D’altronde, abbiamo solo iniziato a scalfire la superfice di tutte le potenzialità che questa incredibile tecnologia è in grado di offrire, specialmente nell’ambito della sicurezza stradale.

La sua evoluzione continua ci darà sicuramente la possibilità di rendere le nostre strade ancora più sicure e affidabili in futuro.

Ti sei perso il gli altri episodi di “Lo sapevi?”

Leggili qui! 👇

Lo sapevi ep.1 – chi ha inventato il camper

Lo sapevi ep.2 – Chi è stato il primo a fare un viaggio in auto?

Lo sapevi ep.3 – Occhio a sbattere le portiere se ti trovi in svizzera.

Lo sapevi ep.4 – L’auto elettrica è davvero un’invenzione moderna?

Lo sapevi ep.5 – Il Tergicristallo è nato durante una bufera di neve.

Lo sapevi ep.6 – 10 invenzioni dell’automotive firmate dagli italiani

Lo sapevi ep.7 – La prima multa per eccesso di velocità della storia


Ti è piaciuto “Lo sapevi? ep.8?”

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Ci vediamo al prossimo episodio! 😘

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AUTO DEL MESE NUOVA KONA

AUTO DEL MESE NUOVA KONA

L’Auto di questo mese è NUOVA KONA, che dal 2017 è tra i best seller dei crossover europei di segmento B, e dopo il restyling di metà carriera del 2020 Hyundai Kona arriva alla sua seconda generazione, che punta alla praticità e al minimalismo.

Hyundai Kona era già disponibile nella versione Elettrica e Ibrida. Ad oggi con questo nuovo modello, è disponibile sempre in versione Elettrica ed anche nella versione a Combustione.

Le motorizzazioni disponibili

Nuova Kona offre sempre una gamma di motorizzazioni tra le più complete sul mercato, dai motori a benzina elettrificati fino all’elettrico puro.

Con questo nuovo restyling i tecnici Hyundai hanno dato la precedenza alla versione elettrica, soprattutto per quanto riguarda il design, la gestione della potenza a bordo e l’aerodinamica.

Ma in gamma ovviamente saranno ancora presenti le versioni a benzina e full hybrid.

Nuova Hyundai KONA è realizzata su una evoluzione della precedente piattaforma, ne mantiene infatti i motori a benzina:

  • 3 cilindri mild hybrid da 120 cv
  • 1.6 4 cilindri full hybrid da 141 cv (anche in allestimento sportivo N-Line).

La EV offre due opzioni di batteria:

  • Standard Range, da 48,4 kWh con una potenza di 218 cv e 255 Nm e un’autonomia di 342 km
  • Long Range, da 65,4 kWh con una potenza di 156 cv e 255 Nm e un’autonomia di 490 km

Supporta la ricarica rapida fino a 350 kW e può passare dal 10 all’80% della batteria in 41 minuti.

Per facilitare le operazioni di ricarica, l’auto ha una luce LED all’interno dello sportellino e lo sportellino stesso è riscaldato per funzionare anche a temperature di -30°C.

Dimensioni e Design

Il cambiamento più evidente risiede nelle dimensioni, poiché la lunghezza della vettura è aumentata di 14 cm rispetto alla precedente generazione, portandola a 4,35 m.

Nonostante sia ancora classificata come B-SUV, la nuova Kona si avvicina di più alle auto di segmento C, con una larghezza di 1,83 m e un’altezza di 1,58 m.

Il risultato è una maggiore presenza su strada e un aspetto estremamente futuristico, caratterizzato dall’abbinamento di forme morbide a superfici squadrate e dalla linea LED che attraversa tutto il frontale.

Inoltre, le versioni elettriche presentano un’illuminazione anteriore e posteriore a “pixel”, un design che richiama le altre vetture EV del marchio come la Ioniq 5 e la Ioniq 6.

In sostanza, la Nuova Kona ha un look che non passa inosservato (soprattutto nell’allestimento sportivo N-Line).

Come cambia l’abitacolo

Le dimensioni maggiori della carrozzeria di Nuova Kona si riflettono nell’abitacolo: le dimensioni sono cresciute rispetto alla precedente versione, offrendo un abitacolo più spazioso per i passeggeri e un bagagliaio più capiente che raggiunge i 466 litri.

La plancia è caratterizzata dalla presenza di due schermi da 12,3 pollici ciascuno e da un head-up display da 12 pollici.

L’infotainment, dotato di navigazione, può essere aggiornato over-the-air e consente la visualizzazione nitida del Surround View Monitor.

Hyundai ha migliorato la disposizione dei comandi e ha introdotto porta bicchieri girevoli a scomparsa nel tunnel centrale.

I sedili, realizzati con materiali ecosostenibili, presentano una struttura con funzione relax per aumentare il comfort durante i viaggi più lunghi.

ADAS e dotazioni di sicurezza

La Nuova Kona ha una completa dotazione di sistemi ADAS e di guida assistita, tra cui il Driver Status Monitor (che utilizza la telecamera posizionata sul cruscotto per analizzare il volto del conducente e avvisarlo in caso di distrazioni in situazioni di potenziale emergenza).

Il Blind Spot View Monitor (che proietta sul quadro strumenti l’immagine del lato posteriore dal quale è in arrivo un veicolo) e il Remote Smart Parking Assist (che consente alla Kona di muoversi avanti e indietro (nelle sole versioni EV ed HEV) tramite dei comandi presenti sulla chiave).

Inoltre nuova Kona può essere bloccata e sbloccata tramite la Digital Key 2 Touch (le portiere si aprono o si chiudono avvicinandosi o allontanandosi dalla vettura).

AUTO DEL MESE Mazda MX-30 R-EV


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Come sono cambiati i Materiali

Come sono cambiati i Materiali: dal legno al carbonio: l’evoluzione dei materiali nella costruzione delle automobili.

In questo articolo scopriremo come sono cambiati i materiali e l’evoluzione che hanno avuto nel corso degli anni e come potrebbero evolversi ancora in futuro.

Nel corso dei decenni sono stati sviluppati e utilizzati i materiali più disparati, ognuno con i propri vantaggi e svantaggi.

La scelta dei materiali da utilizzare nel settore automobilistico è un aspetto fondamentale.

come sono cambiati i materiali

I Primi Materiali

Nelle prime automobili, i telai erano costruiti con una struttura in legno e ricoperti con pannelli di metallo.

Questa combinazione rendeva la carrozzeria leggera e flessibile, ma non resistente alle intemperie e, di conseguenza, necessitava una manutenzione costante.

Con l’avvento dell’era industriale, si iniziarono a cercare delle alternative e negli anni ’30 il metallo, in particolare l’acciaio, divenne il materiale predominante.

Questo offriva una maggiore resistenza e durata rispetto al legno, ma rimaneva ancora soggetto alla corrosione.

Anni ’50 e ’60

Negli anni ’50 e ’60, ci fu il primo tentativo di utilizzare un materiale composito nell’industria automobilistica, stiamo parlando della fibra di vetro.

Questa garantiva grande leggerezza ed un’ottima capacità di resistenza alla corrosione, il problema principale era l’eccessiva cura che questo materiale richiedeva durante la sua lavorazione, infatti, se non trattato correttamente o se non impiegato nel modo adeguato, può risultare fragile.

Per questo il suo utilizzo venne limitato quasi unicamente alle vetture sportive (come l’iconica Corvette Stingray).

Anni ’70 e ’80

Negli anni ’70, si iniziò ad utilizzare l’acciaio inossidabile; questo migliorò notevolmente la resistenza alla corrosione rispetto all’acciaio normale.

A scapito di un aumento di peso complessivo della carrozzeria e soprattutto di un incremento di costi di produzione, elementi che ne impedirono l’utilizzo su larga scala.

A partire dal decennio successivo, l’industria automobilistica iniziò ad impiegare l’alluminio.

I principali vantaggi di questo metallo sono la sua leggerezza e la sua resistenza alla corrosione.

Tuttavia, come abbiamo già visto per l’acciaio inossidabile, l’alluminio aveva costi di produzione relativamente alti che gli hanno impedito di diventare il nuovo materiale di riferimento nel settore, almeno per il momento.

Acciaio

Al giorno d’oggi, molte delle componenti di un’autovettura sono ancora prodotte in acciaio.

Robusto, rigido, economico e di facile lavorazione, l’acciaio odierno si discosta molto da quello impiegato negli anni ’30.

Con l’evoluzione del settore automobilistico si sono evoluti anche i materiali utilizzati e, nel corso degli anni gli scienziati (oltre a risolvere il problema legato alla corrosione trattando l’acciaio), hanno scoperto come modificare la sua microstruttura per renderlo più forte, resistente e sicuro.

È altresì vero che sempre più componenti vengono realizzate in leghe più leggere dell’acciaio, come l’alluminio e si prevede che possano incrementare ulteriormente nei prossimi anni.

Per esempio, FCA collabora nello sviluppo di leghe di alluminio innovative per aumentare la sicurezza, migliorare l’efficienza e ridurre le emissioni di CO2.

Negli ultimi anni

Infine, negli ultimi anni, l’industria automobilistica ha iniziato ad utilizzare materiali compositi, tra cui la fibra di carbonio e le resine.

I vantaggi principali di questi nuovi materiali sono: la maggiore resistenza meccanica e alla corrosione, l’incredibile leggerezza e l’ampia possibilità di personalizzarne forma e struttura.

Tuttavia, i materiali compositi hanno ancora degli svantaggi legati al fattore economico-produttivo, poiché sono estremamente costosi da realizzare e richiedono una tecnologia ed una manodopera incredibilmente specializzata.

Come già accaduto in passato, quando un materiale possiede caratteristiche tanto performanti quanto costose, viene destinato ad autovetture sportive di altissima fascia.

Tuttavia, bisogna dire che negli ultimi anni i costi di produzione dei materiali compositi stanno diminuendo ed il loro uso sta diventando sempre più comune in svariati settori.

In conclusione, la costante evoluzione dei materiali impiegati nel corso degli anni, ha migliorato in modo eccezionale la sicurezza, l’efficienza e la sostenibilità delle autovetture.

Inoltre, con l’avvento di nuove tecnologie emergenti come i materiali biodegradabili e intelligenti, ci sono grandi opportunità di continuare ad innovare ancora il settore.

Chissà che il futuro dei materiali impiegati nei mezzi di trasporto possa essere qualcosa che si scosti completamente da ciò che è stato utilizzato fino ad ora!

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Vintage GP: ep. 11

Vintage GP: ep. 11 Porsche 924

Vintage GP: ep. 11 – Porsche 924

Vintage GP: ep. 11. Porsche 924, uno dei modelli più sottovalutati del marchio tedesco che contribuì a salvare la stessa casa automobilistica dal fallimento.

Vintage GP: ep. 11 Porsche 924

I DISAGI DI PORSCHE E LA COLLABORAZIONE FALLIMENTARE CON VOLKSWAGEN

Tutti conoscono Porsche per la 911, che dal 1963 è un’icona automobilistica e fa sognare grandi, piccoli e appassionati.

Ma non tutti sanno che negli anni ’70 la 911 toccò il “punto più basso” della sua carriera: infatti a causa dei costi di produzione elevati in Porsche le priorità erano due:

  • una nuova vettura per sostituire la 911 e per conquistare il mercato americano (quella che divenne la 928)
  • un nuovo modello “entry level” per sostituire la 912 con motore anteriore e trazione posteriore.

Questo nuovo modello nascerà da una collaborazione con Volkswagen, che a metà degli anni ’60 per creare una potenziale sostituta per la Karmann-Ghia, portò alla creazione della Porsche 914.

Tuttavia, la vettura fu un flop a causa della scarsa potenza e del costo elevato; Volkswagen perse interesse nel progetto e la produzione della 914 si interruppe nel 1975 dopo circa 120mila esemplari prodotti.

Nonostante il flop, la Volkswagen torno a chiedere l’aiuto di Porsche per sviluppare una nuova coupé sportiva che doveva utilizzare il motore quattro cilindri dell’Audi 100.

Per via della crisi petrolifera e dell’inaspettato successo della Golf GTI, la Volkswagen perse nuovamente interesse nel progetto e Porsche colse l’occasione per ricomprare il progetto della coupé sportiva di Volkswagen per creare una sostituta della 914, e così nacque la Porsche 924.

IL SUCCESSO E LE EVOLUZIONI DELLA 924

La 924 venne presentata al salone di Parigi del ’75 e divenne disponibile dall’anno dopo.

La vettura era caratterizzata da un design a cuneo, linee pulite e moderne.

L’abitacolo è spazioso e confortevole con la plancia rivolta verso il guidatore e sotto al cofano troviamo il quattro cilindri in linea dell’Audi 100, che coi suoi 125 cv spingeva la 924 fino a 200 km/h.

Nel 1978, venne introdotta la versione Turbo, dove il quattro cilindri venne sovralimentato da una turbina che portava la potenza da 125 a 170 cv.

Porsche 924 Turbo

Questo ha rappresentato un notevole passo avanti in termini di prestazioni, per arrivare poi alla 924 S: venne prodotta dal 1986 ed era equipaggiata con un quattro cilindri da 2,5 litri, con una potenza che andava da 150 a 160 cv.

LE VERSIONI SPECIALI

La 924 suscitò (e suscita ancora oggi) il malcontento dei puristi del marchio, che accusavano Porsche del fatto che la macchina fosse troppo poco potente.

infatti nel 1980 vennero presentate due versioni speciali che erano vere e proprie auto da corsa omologate per la strada:

  • La 924 Carrera GT, che era equipaggiata da un 4 cilindri turbo da 2 litri e 210 CV.
  • La 924 Carrera GTR che è la più estrema e desiderabile della gamma e in cui il 2.0 turbo è portato fino a 375 cv e monta soluzioni da auto da corsa che le conferiscono la capacità di spingere questa macchina fino a quasi 290 km/h.
924 Carrera GT

In conclusione la 924, la prima Porsche a motore anteriore raffreddato a liquido ebbe un gran successo, al punto che generò così tanti guadagni che permise a Porsche di investire nel salvataggio della 911.

👉Facci sapere se vuoi più contenuti di questo genere👈

Se te lo sei perso, leggi anche il nostro articolo del VIntage GP: ep 10

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La nuova era della mobilità elettrica: la serie di modelli Q6 e-tron di Audi

audi q6 etron

L’inizio della più grande offensiva di modelli nella storia di Audi

Il futuro della mobilità elettrica sta per diventare realtà con l’arrivo della serie di modelli Q6 e-tron di Audi.

Questo nuovo modello segna l’inizio della più grande offensiva di modelli nella storia del marchio dei quattro anelli, che prevede l’introduzione di più di 20 nuovi modelli entro il 2025, di cui oltre dieci saranno elettrici.

audi Q6 e-tron

Il prototipo Q6 e-tron basato sulla nuova piattaforma tecnologica PPE

Il prototipo Q6 e-tron, che sta attualmente subendo rigorosi test nel nord dell’Europa, è basato sulla nuova piattaforma tecnologica Premium Platform Electric (PPE) e dotato di un sistema elettrico a 800 volt, motori elettrici potenti ed efficienti, un innovativo sistema di gestione della batteria e della ricarica e un’architettura elettronica di nuova concezione.

L’imminente serie di modelli Q6 e-tron sarà disponibile in due varianti di carrozzeria, SUV e Sportback, e rappresenta il futuro della mobilità elettrica per Audi.

La produzione sostenibile e il miglioramento delle competenze della forza lavoro presso il sito di Ingolstadt sono solo alcuni dei vantaggi di questo nuovo modello.

Audi diventa un fornitore leader di mobilità premium connessa e completamente elettrica

Audi sta diventando sempre di più un fornitore leader di mobilità premium connessa e completamente elettrica, e lo fa su solide basi economiche. Il Gruppo Audi ha chiuso l’anno fiscale 2022 con risultati record, dimostrando la sua capacità di affrontare anche i tempi di crisi.

audi q6 etron

La strategia Vorsprung 2030 per un futuro sostenibile e progressivo

La strategia Vorsprung 2030 di Audi fornisce le risposte giuste per un futuro sostenibile e progressivo, con una forte enfasi sulla digitalizzazione e l’elettrificazione dei prodotti. Come afferma Markus Duesmann, CEO di AUDI AG, “siamo completamente concentrati sulla sostenibilità e sul progresso sistematico della digitalizzazione e dell’elettrificazione dei nostri prodotti”.

In conclusione, l’arrivo della serie di modelli Q6 e-tron di Audi segna un nuovo capitolo nella storia della mobilità elettrica e rappresenta un passo importante verso un futuro sostenibile e progressivo.

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Nuova Audi Q8 e-tron: Evoluzione elettrica con design rinnovato e maggiore autonomia

Audi Q8 e-tron

Nel 2018, Audi ha lanciato la sua prima auto elettrica, la e-tron. Ora, dopo cinque anni, il modello si evolve nella Q8 e-tron, introducendo la nuova identità del marchio tedesco. L’Audi Q8 e-tron si è trasformata in molti aspetti, tra cui estetica, tecnologia di bordo ed efficienza energetica, basandosi su tre concetti principali: efficienza, facilità di ricarica e autonomia.

Audi Q8 e-tron sportback

Design esterno di Audi Q8 e-tron

Le dimensioni della Q8 e-tron rimangono invariate rispetto al modello originale del 2018, ma presenta miglioramenti aerodinamici che ne aumentano l’efficienza. Nel design esterno, si notano elementi mobili nella griglia frontale e fari Digital Matrix light che proiettano avvisi di pericolo sull’asfalto. La Q8 e-tron offre inoltre due prese di ricarica, una per la corrente alternata (fino a 22 kW) e l’altra per la corrente continua (fino a 170 kW).

Interni Q8 e-tron
Interni Audi Q8 e-tron Sportback

Interni

All’interno, l’abitacolo della Q8 e-tron è stato ottimizzato per garantire ampio spazio per i passeggeri e un vano di carico di 569 litri per la configurazione SUV e 528 litri per la Sportback.

L’auto dispone anche di tre schermi per il quadro strumenti, il sistema di infotainment e il controllo del climatizzatore. I materiali di rivestimento sono di alta qualità e derivati da materiali riciclati.

Prestazioni e guida

La Q8 e-tron 55 quattro è alimentata da un pacco batterie da 106 kWh che offre un’autonomia fino a 600 km.

Il modello è dotato di due motori elettrici rinnovati e un’assetto a cinque bracci con ammortizzatori idraulici. La taratura dello sterzo è stata migliorata e i freni offrono una sensazione naturale durante la frenata.

Gamma e autonomia di Audi Q8 e-tron

La gamma Audi Q8 e-tron si estende con l’aggiunta della versione 50 quattro, che ha una batteria da 89 kWh e offre una potenza di 340 CV e 664 Nm. La versione di punta, la SQ8 e-tron, è alimentata da tre motori e ha una potenza di 503 CV e 973 Nm di coppia.

L’autonomia varia tra i modelli, con la 55 quattro che offre la migliore autonomia di 600 km, seguita dalla SQ8 e-tron con 513 km e infine la 50 quattro con 504 km.

Prezzi e allestimenti

I prezzi della nuova Audi Q8 e-tron partono da 79.900 euro per la versione 50 quattro e 89.900 euro per la 55 quattro. Per la variante Sportback, è necessario aggiungere 2.300 euro.

Tre sono gli allestimenti disponibili: base, Business Advanced e S line edition. I prezzi per la top di gamma SQ8 e-tron verranno comunicati

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Vintage GP: ep. 10

Vintage GP: ep. 10
Vintage GP: ep. 10
Vintage GP: ep. 10 Land Rover Defender

Vintage GP: ep. 10 – Land Rover Defender

Vintage GP: ep. 10. Inarrestabile, iconica e capace di arrampicarsi anche su muri. Oggi vi porteremo alla scoperta di un’avventura lunga ben 70 anni: questa è la storia del Land Rover Defender.

Vintage GP: ep. 10

LA NASCITA DEL LAND ROVER

La storia del Defender ebbe inizio nel dopoguerra, quando il governo britannico impose alla Rover Company (un produttore di auto di lusso) di costruire veicoli più economici per agevolare le esportazioni in quegli anni difficili.

La Rover decise di rispondere a questa richiesta creando un veicolo versatile e resistente, adatto sia all’agricoltura che all’uso militare.

La progettazione e la realizzazione del veicolo vennero affidate a Maurice Wilks, che, ispirato dalle Jeep Willys utilizzate dall’esercito americano durante la Seconda Guerra Mondiale, creò un prototipo di fuoristrada utilizzando la struttura della Willys come base.

Maurice Wilks

L’anno successivo, il 30 aprile 1948, il nuovo modello fu presentato al pubblico al Salone dell’Auto di Amsterdam, col nome “Land Rover Series I“: un fuoristrada che aveva tre punti di forza:

  • la trazione integrale, ideale per affrontare terreni accidentati
  • la carrozzeria in alluminio, che oltre ad essere meno esposta alla corrosione, non era soggetta alle restrizioni imposte dal governo britannico in quel periodo.
  • il telaio a longheroni, che abbinato alla carrozzeria in alluminio rendeva il mezzo leggero e resistente.
Land Rover series 1

IL SUCCESSO E LE PRIME EVOLUZIONI

Il Series I suscitò un grande successo tra il pubblico: negli anni ’50 e ’60 divenne molto popolare tra gli agricoltori, gli esploratori e le forze armate di tutto il mondo, e nel 1958 venne lanciata la versione aggiornata: la Land Rover Series II, che si contraddistingueva per una carrozzeria più grande e confortevole.

Land Rover series 2

Negli anni ’70, il numero di Land Rover prodotti raggiunse il traguardo di un milione di veicoli venduti sia a clienti privati che all’esercito.

Nel 1971, venne lanciata la terza generazione del veicolo, ovvero il Land Rover Series III, che presentava una serie di miglioramenti tecnici, tra cui un nuovo motore a benzina a sei cilindri.

DALLA SVOLTA AI GIORNI NOSTRI.

Tuttavia, il vero punto di svolta arrivò nel 1983, quando all’aggiornamento per la quarta generazione, Land Rover lanciò due nuovi modelli: 90 e 110, che erano dotati di una nuova carrozzeria e di un nuovo telaio a traliccio che li rendeva ancora più resistenti.

Inoltre, il motore a diesel fu ulteriormente sviluppato, migliorando le prestazioni e riducendo le emissioni.

Negli anni ’90, il fuoristrada prese il nome di “Defender” (in onore del suo largo utilizzo in campo militare) e continuò ad evolversi fino alla sua ultima evoluzione nel 2016, che venne poi prodotta fino al 2016, quando la Land Rover decise di interrompere la produzione del veicolo a causa delle nuove normative sulle emissioni.

La storia del Defender è una testimonianza della capacità di adattamento e innovazione della Rover Company, che ha saputo creare un veicolo che è diventato un’icona della cultura popolare e un simbolo di resistenza e affidabilità. Ancora oggi, il Defender è ambito e sfruttato, continuando ad affrontare le zone più estreme e impervie di tutto il mondo.

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