Vintage GP: ep. 13 Porsche 911 Targa l’auto che continua ad affascinare gli appassionati di auto sportive.
Nel mondo delle auto sportive, pochi nomi suscitano lo stesso senso di leggenda e iconicità che rievoca la Porsche 911.
Fra le tante versioni che Porsche ha prodotto nel corso degli anni, la 911 Targa brilla come un simbolo di stile e innovazione
Da oltre mezzo secolo, la Porsche 911 Targa ha continuato ad affascinare gli appassionati di auto sportive con il suo design distintivo e la sua esperienza di guida esclusiva.
L’idea alla base della Porsche 911 Targa ha radici nel desiderio di offrire un’esperienza di guida aperta senza compromettere la sicurezza.
Nel 1965, infatti, la legge americana sulla sicurezza stradale stava diventando più restrittiva, richiedendo che le auto sportive fossero dotate di roll-bar per proteggere il conducente nel malaugurato caso di ribaltamento.
Per rispondere a questa sfida, Porsche ha sviluppato e introdotto la Targa.
DALLA PRIMA GENERAZIONE AI GIORNI NOSTRI
La prima generazione, che deve il suo nome alla famosa gara automobilistica Targa Florio in Sicilia, fu lanciata nel 1965 stabilendo fin da subito il concetto di una guida aperta senza compromessi sulla sicurezza.
La Porsche 911 Targa, nella sua prima versione, presentava un tettuccio rigido removibile e un roll-bar in acciaio satinato.
Nonostante divennero immediatamente iconici, a partire dal 1969, introdussero un design rinnovato per la 911 Targa.
La barra di sicurezza satinata viene sostituita da un roll-bar integrato e da un vetro posteriore apribile.
Questo design è diventato un segno distintivo della Targa ed è stato mantenuto nelle successive generazioni.
Nel corso degli anni, la Porsche ha continuato ad affinare il design e l’esperienza di guida della 911 Targa.
L’introduzione di materiali moderni, come il vetro temperato e il tetto apribile elettricamente, ha reso la Targa più comoda e funzionale.
La Porsche 911 Targa attuale combina l’estetica classica con la tecnologia all’avanguardia, offrendo una guida emozionante e uno stile senza tempo.
IL FUTURO DELLA TARGA
La Porsche 911 Targa è molto più di una semplice auto sportiva.
È una testimonianza dell’ingegnosità e della dedizione della casa automobilistica tedesca nell’offrire un’esperienza di guida unica che combina emozioni e sicurezza.
Con oltre mezzo secolo di storia e innovazione alle spalle, la Porsche 911 Targa continua a guidare la strada verso il futuro delle auto sportive, rimanendo una presenza iconica sulle strade e nei cuori degli appassionati.
Vintage GP: ep. 13 Porsche 911 Targa
L’evoluzione del design
IL NOSTRO SHOOTING A VILLA CAPRIATA
Porsche 911 Targa
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Vintage GP: ep. 12.Audi QUATTRO, l’auto che ha segnato una rivoluzione, salvando Audi dal dimenticatoio e stravolgendo il rally negli anni’80. Oggi vi raccontiamo la storia della leggendaria Audi Quattro.
Vintage GP: ep. 12 Audi QUATTRO Vintage GP: ep. 12 Audi QUATTRO
L’INIZIO DELLA STORIA
La storia dell’Audi Quattro ha inizio nell’inverno del 1976, quando durante i test della Volkswagen Iltis (un veicolo militare 4×4 ispirato alle Jeep Willys della Seconda Guerra Mondiale), l’ingegnere Jorg Bensinger notò che l’Iltis coi suoi 75 cv, si comportava meglio sulla neve rispetto alle potenti berline Audi a trazione anteriore.
Da qui nacque l’idea di creare una berlina a trazione integrale. Proposta al titolare della Ricerca e Sviluppo, FerdinandPiech, l’idea fu accolta con l’unica condizione di testarla su una vettura sportiva stradale.
Un team di tecnici, guidato da Walter Treser, montò la meccanica a trazione integrale della Iltis sulla scocca di un’Audi 80. Il prototipo fu portato al Passo Turracher Hohe in Austria, dove fu testato su ghiaccio e neve di fronte ai dirigenti di Audi, che rimasero colpiti dalle prestazioni impressionanti (anche a temperature estreme di -30°C) e diedero il via alla produzione della vettura a trazione integrale.
L’Audi Quattro fu presentata al Salone internazionale dell’automobile di Ginevra nel marzo 1980. Ferdinand Piech, durante la conferenza di lancio, dichiarò che la Quattro segnava l’inizio di qualcosa di importante.
La vettura presentava arcate bombate, sospensioni indipendenti, la nuova trazione Quattro e un motore turbo da 2.1 litri a 5 cilindri che erogava 200 CV, consentendo uno 0-100 km/h in soli 7 secondi (tutto questo nel 1980).
Nonostante il prezzo non economico e lo scetticismo sulle vendite, la Quattro si rivelò un vero successo, tanto da diventare la pioniera che avviò la vendita di milioni di vetture con trazione Quattro per la casa automobilistica di Ingolstadt.
Audi QUATTRO
AUDI QUATTRO E IL RALLY
Per realizzare il suo desiderio di debuttare nel rally Piech fondò Audi Sport, e nonostante non avesse ancora venduto il numero minimo di vetture richiesto, la Quattro debuttò nel 1980 come mezzo non competitivo, ma si rivelò talmente efficace, che il suo pilota Hannu Mikkola avrebbe vinto il Rally di Algarve con un vantaggio di mezz’ora.
Audi Sport partecipò a otto eventi del WRC nel 1981, ottenendo tre vittorie, incluso il primo successo di una donna nel WRC grazie a Michelle Mouton al Rally di Sanremo, e nel 1982, Audi Sport vinse il titolo Costruttori.
Il 1983 fu l’anno in cui venne introdotta la categoria Gruppo B, che segnò una svolta nel mondo dei rally. Caratterizzata da regolamentazioni molto limitate, consentiva alle vetture di essere portate all’estremo. Gli spettatori, si riversavano sulle strade, spostandosi rapidamente per assistere alle auto che sfrecciavano a velocità incredibili e i piloti si spingevano al limite delle proprie capacità .
Audi quell’anno dominò la categoria grazie alle Quattro A1 e A2, Hannu Mikkola vinse il campionato piloti nel 1983, seguito da Stig Blomqvist nel 1984, che portò anche alla vittoria del campionato costruttori.
Audi QUATTRO A2Michelle Mouton Pikes PeakAudi Group B
IL SUCCESSO DELL’AUDI QUATTRO
La Quattro ebbe un enorme successo di vendite nel 1985, spingendo Audi a implementare la trazione Quattro su tutta la gamma dei modelli.
Nel frattempo, nel Gruppo B, le vetture stavano diventando sempre più potenti. Audi decise di omologare una versione più aggressiva chiamata Sport Quattro S1 in soli 224 esemplari.
Nonostante la potenza mostruosa di 450 CV della versione da rally, l’attenzione alla sicurezza limitò il suo pieno potenziale. Tuttavia, i piloti come Stig Blomqvist, Walter Rohrl e Michelle Mouton ottennero comunque importanti risultati, tra cui la vittoria di Mouton alla cronoscalata di Pikes Peak.
Nel 1986, la Sport Quattro fu ulteriormente potenziata a 500 CV, con migliorie aerodinamiche e un sistema di Anti-Lag per una migliore risposta del motore. La vettura raggiungeva lo 0-100 in soli 3,1 secondi e pesava solo 960 kg. Nonostante i successi ottenuti, il Gruppo B venne bandito dalle competizioni a causa dei crescenti problemi di sicurezza. Di conseguenza, Audi si ritirò dalle competizioni rally a partire dall’anno successivo.
Nel 1987, Audi fece un ritorno al campionato WRC, ma non riuscì a replicare lo stesso successo di prima, nonostante alcune vittorie di tappa.
Tuttavia, la Sport Quattro continuò a competere con successo. A Pikes Peak, Walter Röhrl guidò la nuova Sport Quattro S1 Evo 2, potenziata a 600 CV e con miglioramenti aerodinamici, conquistando la terza vittoria consecutiva di Audi e stabilendo un nuovo record, battendo quello precedente di 22 secondi.
Audi S1 Evo 2
LE VERSIONI STRADALI
Nel frattempo, le versioni stradali della Quattro subirono miglioramenti significativi, inclusa l’introduzione dell’ABS, l’adozione di ruote più larghe e un miglioramento delle prestazioni di guida.
In particolare, il motore subì modifiche sostanziali: la cilindrata aumentò da 2.1 a 2.2 litri, il numero di valvole passò da 10 a 20 e la potenza raggiunse i 220 CV.
Il motore venne accoppiato a un differenziale autobloccante Torsen, consentendo uno scatto da 0 a 100 km/h in soli 6 secondi.
Nel corso degli anni, la vettura subì ulteriori modifiche fino al 1991. Alla fine della sua produzione, Audi vendette complessivamente 12.000 esemplari dell’Ur-Quattro.
Vintage GP: ep. 12 Audi QUATTRO
Audi QUATTRO
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